ANNO 2003
20 Gennaio 2003.
Mattino a Kaligath, pomeriggio suore qui davanti per ricami e tovaglia Mara. Vado anche dalla nonnina, le porto il carillon, e’ felice, dice che fin quando morira’ si portera’ con se’ il mio carillon.
Mi chiede se voglio stare a casa sua, c’è un letto, ma non ha acqua, neanche un lavandino ed io, abituata come sono, purtroppo farei troppa fatica ad adattarmi. Comunque siccome domani me ne andro’ da Monica House, portero’ da lei i soldi affinche’ me li custodisca. Di lei mi fido. Lascero’ li’ anche il passaporto. Oggi pomeriggio avrei voluto andare anche da Santos, ma ormai e’ tardi e prima di arrivare la’ e tornare sarebbe troppo buoi, ci andro’ un altro giorno. Avrei voglia di sentire Marco, ma non so quando beccarlo. Mi hanno detto che e’ arrivato un canadese, che si crede Gesu’ Cristo, dicono che alla messa del mattino si butta con le braccia larghe e pancia a terra. Bisogna riconoscere che in questi posti c’è tanta gente strana. In camera con me c’è una signora di Pinerolo, e’ la preside di una scuola, sta qui per due mesi. Lavora a Sealdah. Ci sono anche Valentina (Roma) ed una tedesca nella mia stanza. Poi ci sono due canadesi che se ne vanno gia’ domani, e stasera offrono la pizza. Ma ad ogni riga che scrivo il mio pensiero va a Rossella. Non vedo l’ora che arrivi domani, per andare a leggere sue notizie. Oggi ho sentito Renato, piangeva.
21 Gennaio 2003.
Oggi non ho potuto andare a Kaligath perchè abbiamo traslocato. Abbiamo deciso di trasferirci in Free school street, per via del prezzo. Qui e’ esattamente meno della meta’, ce la caviamo con 100 rs al giorno. Non c’è acqua calda, se la chiediamo ce ne danno un secchio, ma a me va bene lo stesso. E’ abbastanza pulito, ci sono 2 letti ed una doccia. Naturalmente ci mettono solo un lenzuolo ed anche bucato. Center Point, Free school street, attaccato a Sudden Street. Dalla finestra vedo una famiglia che vive qui davanti sul marciapiede, due bambini, mamma e papa’. Ammucchiano della carta che, penso, venderanno. La raccolgono negli avanzi della strada.
Ho portato lo zaino ed i soldi a casa della nonnina, sopra il loro armadio, mi fido di loro, spero pero’ che nessuno entri per portarli via. Sono proprio sulla strada, fuori casa c’è una discarica con grossi topi, ci sono le fogne a cielo aperto, anche in casa hanno i topi, speriamo non rosicchino niente, caso mai domani, al ritorno da Kaligath, passero’ a controllare.
Qui al Center Point c’è troppa gente che gira. Poi sono andata ad Howrah, ho aspettato che arrivasse Molly da Bihar. Mi sono fatta dare tutte le ricevute per poi le ho chiesto lettere e foto di tutti i bambini in affidamento per portarle alle rispettive famiglie. E’ stata una bella giornata, ci sono dei nuovi arrivati, uno che ha 3-4 anni, non sanno di preciso, lui sa solo il nome, il cognome non lo sa, poi due sorelline trovate alla stazione di Howrah, e’ solo da poco che solo li’, sono ancora molto selvatiche. Le hanno abbandonate alla stazione, la mamma e’ lebbrosa. Ho chiesto a Molly anche la foto della nuova casa che hanno comprato, giovedi’ prossimo andro’ anche io a vederla. Ho mangiato con loro, quel che mi piace e’ che mangiano le stesse cose che mangiano i bambini, senza fare differenza. Sono molto pulite, ed anche i bambini sono trattati bene.
Per Howrah bisogna prendere due bus, uno fino ad Horaw station, l’altro sino a Ichapve. Ci vuole quasi un’ora. Da Molly ho usato il computer, ed ho letto l’email di Renato, meno male che mi scrive perchè sono cosi’ lontana. Speravo anche di ricevere da Marco, ma niente. Penso sempre a Rossella e alla fraternita’, spero tanto ce la faccia, ho paura quando accendo l’email di qualche brutta notizia. Vorrei scrivere anche a Giuliano, ma lo sento tanto lontano…Spero che Mara e le altre riescano ad aiutarli. Marco a Kaligath ha fatto una nuova esperienza. E’ morta una donna, proprio mentre le portavano la colazione; allora le suore, dopo averla circondata, le hanno detto le preghiere, poi una ragazza tedesca l’ha cosparsa di borotalco, avvolta nel lenzuolo, la suor Giorgina ha scritto il suo nome su un foglio, ha dato il foglio a Marco, ha chiamato uno con la bici con il carretto attaccato dietro, hanno caricato sul carretto la donna morta, e Marco e l’ha portata al forno crematorio. Se la cosa non fosse cosi’ tragica, ci sarebbe anche da ridere per certe scene. Qui da loro e’ comune.
Il traffico e’ caotico, oggi ho visto un vigile che con il manganello ha preso a manganellate la porta e la mano dell’autista di un camion, che stava facendo un’inversione di marcia. Viaggiare a CCU non e’ difficile, quando i pullman passano, chiedi al bigliettaio che sta sempre sul predellino se va ad es. a Howrah, lui ti fa cenno con la testa, poi sali, gli dici dove devi scendere e, anche se il bus e’ strapieno, lui ti avvisa quando devi scendere, non devi temere, non si scorda.
Penso siano le 18, e’ tutto buoi ormai. Qui c’è un gran casino, Monica House era molto piu’ silenzioso, anche se era rumorosissimo, rispetto a come siamo abituati noi.
Oggi sono partite da Calcutta le due canadesi, domani partira’ la tedesca, rimangono Valentina di Roma (scout architetto), Teresa ed Elisa di Arezzo, le tre italiane. Ieri c’è stato da ridere a Kaligath, e’ arrivata da Nettuno una ragazza nuova, allegra e con la battuta pronta. Mi chiede cosa puo’ fare e, in quello stesso momento, una donnina di quelle ricoverate e’ accovacciata e se la sta facendo addosso. Allora le dico “Pulisci”. Lei non sa che pesci prendere, dice “ Oh no, la merda fin da piccola mi ha fatto schifo, come faccio?” Le rispondo “Prendi il primo lenzuolo o federa o straccio che trovi, guarda prima bene dove devi pulire, poi chiudi gli occhi e pulisci”. OK, l’ha fatto e ha vinto la paura. Poi mi diceva che in quel posto sentiva nell’aria tanta tenerezza, come se fosse pieno di bambini, pensava a suo padre e sua madre, anche se la realta’ e’ molto cruda e brutale, ma quelle persone sprigionano tenerezza; piangono come i bambini, perchè non vogliono fare la doccia, non sono abituate all’acqua.
Rivedo qualche volto conosciuto fra i volontari, c’è sempre Handi il tedesco, che sta quasi tutto l’anno a Kaligath, ormai da anni, e’ andato in pensione presto (bancario). E’ bravissimo, molto attento ai bisogni di ognuno. C’è l’indiana, pranoterapista (o almeno cosi’ si comporta), ha portato lo yogurt per tutti. Ieri sera a Monica House e’ vento Pasquale, sempre uguale, ha avuto dal suo ordine un altro permesso di due anni. Gira sempre per le strade e sui binari della stazione di Sealdah. E’ stato con tutti noi fin dopo le 9, poi siamo andati tutti a dormire.
22 Gennaio 2003
continua……