I diari di Mariuccia - gennaio 2001
 Pubblicato il 29 marzo 2010 

 

ANNO 2001

25 Gennaio 2001.

Da Roma ore 20 partenza per Dacca

26 Gennaio 2001.

Arrivo a Dacca ore 9 (in Italia ore 4), dall’aeroporto in hotel a Dacca. Riposo in stanza 2 letti, e pranzo – ottimo-. Ore 19 partenza da Dacca, ore 20 arrivo a Calcutta. Con taxi pre-pagato a Bose Road Monica House. Non c’e’ posto, allora Hotel Circular (650 rs in 2). Qui si sta sino al 27 Gennaio; ore 6 del mattino partenza per Mother House.

27 Gennaio 2001.

Sistemazione al Guest House di Calcutta sino al 31 Gennaio. Ore 7:30 Mother House. Suora di Ravenna . Ritorniamo la sera ore 18:30 per incontrare padre Pasquale. Ore 19 email a: Renata, Carla e Mara.

28 Gennaio 2001

Ore 5:30 sveglia e a casa madre. C’e’ messa. Incontrati diversi italiani: Paola di Torino, altra di Cuneo (import/export pentole e piatti). Una olandese (9 mesi), una infermiera veneta (9 mesi), marito e moglie da California, fratello e sorella da America, altra da Svizzera (Jura), altra da Perth (Australia) e tanti altri. Due dottori da America, etc…

Dopo messa colazione (io no) con latte e the e acqua e miele e biscotti. Poi noi ad Howrah con bus (6.5 rs). Marco a Kalikat, non molto contento. Io a Howrah istituto handicappati. Tutta la mattina con bambini in braccio da coccolare e far giocare. Alla fine mi son presa morso sul collo da uno geloso. Imboccato uno sulla carrozzella per pranzo (riso e brodaglia al curry e qualche pezzo di patata) piu’ tre spicchi di mandarino. Gran pasticcio. Dopo dai salesiani (quello che avevo conosciuto da suor Molli l’altro anno in moto), con i ragazzi di strada che ospitano la domenica per pranzo e per lavarsi (pranzo = riso al curry). Soffocata dai bambini. Molto bello, molto stanca. Alle 16 ritorno a casa. Addormentata sul colpo sino alle ore 20, poi esco a telefonare. A Calcutta e’ buio alle 18. Stamattina alle 6 per strada bisognava guardare bene dove si mettono i piedi, gente che dorme dappertutto, avvolta nei sacchi, senza neanche la testa fuori. Ti prende il magone, pensi al tuo letto comodo, al caffe’ caldo mentre guardi loro che cominciano ad accendere i fuocherelli per strada per farsi scaldare il the.

29 Gennaio 2001

Ore 7 Base Road. Colazione the e biscotti poi io a Premdam. (Marco viene e se ne torna subito, non sta bene di stomaco). Ho lavato per due ore pezze e stracci. Prima in una bacinella d’acqua bollente, sono salita sopra con i piedi per pestare la roba, poi in una vasca per sciacquare un po’, poi in un’altra vasca, poi sul terrazzo (tutto nero di smog) a stendere. Tutto a piedi nudi perche’ in terra e’ pieno d’acqua e si rovinerebbero le scarpe.

Premdam malati mentali, TBC, altre malattie, tutte nello stesso camerone, circa 30 letti, altrettanti al piano sopra, casa vecchia ma tenuta abbastanza pulita dalle suore. Che pena! Ho pettinato una ragazza bellissima, prima le ho accarezzato i piedi che aveva fuori dalla coperta, poi la mano e la schiena, erano come ossicini di un bimbo di 7 anni rivestiti di pelle. Le piaceva essere accarezzata. Si grattava la testa, aveva i pidocchi. Mi ha fatto segno di aiutarla a pettinarsi. Mi sono fatta dare un pettine e l’ho fatto. Tutti nodi, una ciocca per volta, ho schiacciato i pidocchi (pochi) e sono riuscita a pettinarla. La suora le ha portato 8 pillole, alcune molto grosse, non riusciva a mandarle giu’, era piegata in due dai dolori allo stomaco, si lamentava. Mi si e’ avvicinata una infermiera e mi ha detto di tenere la bocca chiusa perche’ ha la TBC e tante altre malattie. Difficilmente se la cavera’. Chissa’ se ci sara’ ancora domani, non ha la forza di stare in piedi.

Vedi i rigagnoli di pipi’ che colano in terra, prendi uno straccio e asciughi. Chi ce la fa scende dal letto e va ad accovacciarsi in terra nella stanza vicina e piscia li’. Nessuno si scandalizza. Per fare la cacca si va solo dove si lavano i panni, intorno al muro scorre un fossetto, si accompagna chi riesce a camminare, si appoggia (sempre in piedi) al muro, si alza il vestito e fanno la cacca in piedi. Questa dovrebbe cadere nel fossetto dove poi si butta l’acqua , con la quale si e’ lavata la biancheria e porta via tutto.

C’e’ una giovane donna, sempre sorridente, con il brillantino al naso e le unghie dipinte. Sta sempre seduta sugli scalini fuori da sola. Ti guarda e sorride, e’ malata, le chiedo dove, mi risponde mani, gambe e tutto il corpo, non ha piu’ forza per muoversi, e’ solo pelle e ossa, parla con una vocina che appena appena si sente, tanto e’ debole, pero’ sorride. Poi appoggia la testa al muro e le scendono le lacrime.

Alle 11 arrivano i soliti piatti di acciaio zero con il riso al curry e una fetta di melanzana fritta. Ognuna di noi da da mangiare ad una persona, io mi siedo vicino ad una spastica, che parla sempre e ride e allarga la bocca, finisce quasi tutto e poi mi chiede “pani” = acqua.

Sposto i piedi perche’ la vicina ha pisciato. Alle 12 torniamo a casa, sempre a piedi, come all’andata, sono stanca perche’ avro’ fatto 4 km a piedi (2 andata e 2 ritorno), anche sui binari del treno, spostandosi tutti quando passa il treno. Oggi ho bevuto solo una aranciata per strada. La fame mi e’ andata via. A casa mi addormento come un sasso, con il rumore delle migliaia di cornacchie che gracchiano ovunque a Calcutta. A Lessolo gli uccellini cinguettano e se lasci la finestra aperta li senti, qui la finestra non si chiude , anzi ci sono solo le sbarre senza le persiane e senza vetri e si sentono rumori di auto e gracchiare le cornacchie.

Quattro ragazze di Seul. Molto in gamba. Una infermiera spagnola, quattro ragazzi (30 anni circa) di Venezia e Vicenza. Un milanese che vuole essere al centro dell’attenzione, fa vedere a tutti le sue tonsille gonfie. Alle 20:30 dopo la doccia a letto, ma non riesco a dormire, sono ancora un po’ sfasata. Domani altro giorno impegnativo.

Continua…..