I diari di Mariuccia - gennaio 2001
 Pubblicato il 29 marzo 2010 

 

ANNO 2001

31 Gennaio 2001.

Dimenticavo di dire che ho lasciato alla Mother House un borsone di antibiotici ed altre medicine, fanno molto comodo a loro perche’ vivono, credo, di carita’ della gente e di volontariato. Sono molto utili anche garze, cerotti e cose varie per medicare ed anche spray per pidocchi, e pomate varie per la pelle; e vitamine. Un’altra parte di medicine le ho lasciate ad Howrah, a suor Molly, era contenta delle aspirine e dei saponi.

Oggi e’ una giornata storta. Mi sono trovata delle bestioline nere piccolissime addosso ed ho lasciato la borsa a Kaligat. Spero di ritrovarla perche’ dentro ho l’agenda. Questa mattina sono andata a Kaligat , la ragazza che ieri respirava male e’ morta, non c’era piu’. Oggi ce n’era un’altra che forse domani non rivedro’.

Ho fatto il bagno a tante, mi si rivoltava lo stomaco, non ce l’ho fatta.

Hanno portato uno in barella, sembrava morto, lo hanno subito intubato e messo la flebo. Era immobile con gli occhi sbarrati. Sembrano animali ( lo dico senza disprezzo), fanno i bisogni sulla branda, prendono un pezzo di straccio e la tolgono per non sedersi sopra. Hanno delle terribili ferite, l’americana che se ne intende di medicina, con un coltellino cerca di togliere la pelle per pulire sotto perche’ fanno infezione. Cerca di insegnare anche alle suorine, perche’ si capisce bene che non se ne intendono. Ho visto una che faceva una puntura di antibiotico ad una donna coricata, con gamba e braccio fasciati ( per infezione). Le e’ andata vicino con l’ago, poi piano piano glielo ha infilato TUTTO dentro la carne.

I malati non si lamentano mai, neanche quando li tagliano o li disinfettano, sono abituati al dolore, credo che quello che puo’ fargli il dottore sia niente rispetto a quello che provano loro. Si lamentano e gridano solo quando vuoi fargli il bagno o tagliare i capelli.

Oggi ho anche servito il pranzo (anzi riempito i piatti). Solito riso con curry e patate e cavolfiore. Sembrava meglio, anzi un po’ piu’ di ieri. Io sto bene, mi riguardo nel bere e nel mangiare. Marco e altri hanno diarrea continua. Lui mangia piatti di riso in bianco, non prende piu’ le pastiglie, dice che si sente debole. Stamattina sono arrivati tanti vestiti, erano per i poveri. Tutti stracci sporchi e rotti, da noi non si farebbero neanche le pezze per pulire il grasso dei motori. Qui sono preziosi. Penso all’armadio di Gigi, alla roba che buttiamo, che vergogna!

Tanti di questi volontari e’ gente granosa, si capisce da tante cose, pero’ penso che sia molto bello e grande il gesto che fanno. Stanno vicino ai moribondi con tanta tenerezza, li accarezzano, li guardano fissi negli occhi e li accompagnano a morire. Una ragazza canadese ieri ha sempre cantato una cantilena per ore e ore, accarezzando la mano e la testa di quella che e’ morta ieri. Chissa’ se capiva che c’era qualcuno vicino a lei, che non era sola. Teneva gli occhi fissi e ansimava, faceva fatica, mi ha ricordato la Pina, quando stava per morire. Era giovane come lei o forse anche di piu’. Un’altra mi fa segno che ha un bambino piccolo, chissa’ dove sara’ finito, chissa’ se qualcuno si prendera’ cura di lei. Boh!

Stamattina sono partiti in 5 per il Gujarat. Al pomeriggio torno a Kaligat a riprendermi la borsa. Per fortuna la ritrovo. Vado con metro (3rs) e torno in taxi (70 rs). Per strada il taxi perde per due volte i copribulloni delle ruote. Si ferma in mezzo al traffico e va a ricuperarli. Uno e’ caduto nel fossato ai lati della strada. Poi il taxista si ferma, si mette il burro cacao, si pettina, si specchia e riparte.

Una vespa nel traffico urta un uomo in bici, quest’ultimo cade, va gambe all’aria, si rialza, si insultano; quello della vespa rallenta solo e si volta indietro per vedere se la cosa e’ grave o no, poi ripartono entrambi, ognuno nella propria direzione. Il traffico e’ intensissimo, lo smog alto, fa caldo, e’ il caos veramente dappertutto.

Ho telefonato a Gril, verra’ verso fine Febbraio. La prossima settimana vado ad Howrah e lascio il malloppo a suor Molli. Sono piu’ tranquilla. Qui non mi fido, gira troppa gente affamata. Non vorrei trovarmi in India senza piu0′ una lira.

Sono le otto di sera, esco per comprarmi dei formaggini ed un ananas. Per le strade e’ tutto buio, ci sono solo le luci dei banchetti che fanno polpette, frittelle dolci, ciapati, spiedini rossi colore del peperoncino. C’e’ un odore di spezie terribile, dappertutto ci sono bancarelle che vendono da mangiare. Riso al curry, tutto giallo. Lo mangiano dentro a foglie di banana, piegate a mo’ di piattino. Loro devono essere molto golosi di queste cose perche’ si fermano proprio tutti, dai piu’ poveri a quelli vestiti meglio, e magari con la macchina. E’ un odore che a me fa venire il voltastomaco. Qualcuno trita finissimo la rucola (almeno sembra), pomodoro e poi li servono in un cartoccio fatto con il giornale e ci spruzzano sopra del limone. Penso che non mangino a casa, ma tutti per strada. Stasera al mercato coperto e vecchissimo, mentre compravo l’ananas, e’ passato vicino ai miei piedi un grosso topo; io non ho paura, ma mi sono un po’ spaventata perche’ non me lo aspettavo. Vendono galline, sono tutte nei cesti di vimini, appese con una rete al soffitto; vendono carne, come i macellai, ma sono tutti insieme, ci sono le mosche sulla carne, il grasso e’ giallo, forse sono bestie vecchie, ci sono anche cornacchie appoggiate sulle “fiorentine”. E’ bello, e’ pittoresco, ma se avessi la casa vicina, questa sera fuggirei.

Questa mattina, mentre andavo a Kaligat, vicino ad un chiosco (non so come chiamarlo) del macellaio, stava uccidendo una capretta nera, il sangue per terra, poi ci buttano un secchio d’acqua e cancella tutto.

Ci sono cornacchie dappertutto perche’ dappertutto c’e’ immondizia. Eppure gli indiani sono puliti, al mattino soprattutto li vedi per strada vicino alle pompe d’acqua, che si lavano a tutta velocita’, si buttano in testa le brocche d’acqua per sciacquarsi perche’ sono tutti insaponati. Per lavarsi le parti intime, allargano un po’ alla cinta quella specie di grembiulino che hanno, sia davanti che dietro, e ci buttano dentro una brocca d’acqua davanti e una dietro. Tutti si lavano ed anche i denti. Poi scracciano sempre e devi stare attento quando cammini perche’ sputano come il lama e si soffiano il naso con le mani senza nessun indugio davanti a nessuno. Anche le persone di classe piu’ elevata.

Ho scritto le cartoline.

Continua…